Federico Barbarossa si chiamava in realtà Federico I Hohenstaufen ed è conosciuto per essere stato imperatore del Sacro Romano Impero. Egli è succeduto allo zio Corrado III nel 1152 quando prese il potere sul trono di Germania. Tre anni dopo, il 18 giugno del 1155, diventò imperatore del Sacro Romano Impero.
La sua nascita è ancora oggi oggetto di studio perché non ancora ben precisata ma ciò che sappiamo con certezza è il luogo, ovvero il castello di Waiblingen nel primo ventennio del XII secolo. Probabilmente la nascita è avvenuta tra gli anni 1118 e 1125 e il padre è Federico II duca di Svevia.
La madre era Giuditta di Baviera, anch’ella di origini nobili e sorella di Enrico il Superbo. Enrico il superbo era duca di Baviera, di Sassonia nonché marchese della regione Toscana. Giulia di Baviera aveva inoltre il titolo di principessa dei guelfi. Ella apparteneva alla dinastia dei Welfen, i rivali, da cui i guelfi hanno preso il loro nome. La nascita di Federico era il giusto e accettabile compromesso per tutti i sostenitori della corona proprio in virtù dell’appartenenza ai Welfen per linea materna.
Il Barbarossa ha dunque origini nobili molto importanti che fin da piccolo tracciano il suo destino consegnandolo all’immortalità.
Federico detto “il Barbarossa”
Federico divenne duca di Svevia nel 1147 come successore del padre Federico III. Sempre in quell’anno decise di seguire lo zio Corredo III Re dei Romani, insieme al re di Francia Luigi VII, nella seconda crociata. La crociata non ebbe fortuna e l’assedio della città di Damasco fu abbandonato l’anno successivo, nel 1148.
La morte di Corrado III non ha portato a particolari tensioni o vuoti di potere critici per l’impero. Il principale rivale di Federico Barbarossa, il cugino Enrico il Leone appartenente ai Welfen, si ritirò dalla corsa per il trono per avere in cambio la totale sovranità sulla Baviera.
Federico Barbarossa venne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero il 9 marzo del 1152 nella città di Acquisgrana. Cambiò il nome passando da Federico III a Federico I Hohenstaufen.
Fin da subito Federico mostrò la sua tempra dimostrando di voler rafforzare la sua autorità imperiale anche nei confronti della chiesa. Potere spirituale e temporale avrebbero dovuto collaborare nel migliore dei modi, ma era necessario fin da subito stabilire i limiti di governabilità. La collaborazione era il tratto principale che distingueva Federico Barbarossa che non voleva nemici ma collaboratori.
Nel patto con la chiesa c’era anche e soprattutto il fatto che nessuno dei territori della penisola italica doveva essere ceduto all’imperatore di Bisanzio. L’impegno era quindi il rispetto e la collaborazione reciproca per mantenere i territori e governarli.
Il regno di Federico Barbarossa è stato costellato da una politica di collaborazione ma autorità. I suoi importanti predecessori hanno trovato in Federico il degno erede del loro impero.